Progetto Comunità S.EGIDIO - 2018/2019

Prima i bambini!

I migranti, e i rischi che corrono cercando di raggiungere l’Europa, ci interpellano con il loro carico di sofferenza e il loro desiderio di una vita pacifica.
Per rispondere alle tante vittime e ai rischi che corrono i migranti che attraversano il progetto della Comunità di S.Egidio, qui presentato, vuole predisporre per il 2018/2019 un piano di accoglienza e integrazione per i minori profughi che giungeranno in Italia e le loro famiglie, attraverso i Corridoi Umanitari dal Libano e dall’Etiopia. Il protocollo è stato rinnovato il 7/11/2017 per altri 1000 profughi dal Libano che arriveranno attraverso i Corridoi Umanitari, e saranno sostenuti nel loro viaggio in Italia e presi in carico, una volta arrivati, dalla Comunità di S.Egidio ACAP.
Migrazione e integrazione: partiamo dai bambini
Fatah (il nome è di fantasia), 8 anni, è una piccola profuga siriana. È arrivata in Italia ad aprile, da Lesbo, insieme a Papa Francesco e grazie alla Comunità di Sant’Egidio. A Roma, inizia subito ad andare scuola avviando quella sana routine della pace, che tanto aiuta i bambini ad uscire dall’incubo della guerra. In quei primi giorni Fatah fa dei disegni: case distrutte, bombe. Non ci sono persone nei suoi disegni di bambina, ma una grande croce nera tracciata sopra la casa. La sua casa, che ora non c’è più. Non bisogna essere psicologi per capire il trauma vissuto da questi bambini. Arriva però il giorno dell’invito a pranzo da Papa Francesco. Il regalo, che il Papa gradirà molto, sono proprio i disegni dei bambini. Iniziamo a raccoglierli, anche quelli dei primi giorni. Ma Fatah, i suoi, non li riconosce: "no, non li ho fatti io!". Ne fa di nuovi: case, fiori, mamma, papà, amici, scompare il nero e guadagnano spazio il giallo, il verde, il rosso. Sono passati mesi, il trauma non è certo superato, ma è una sorpresa vedere quanta vita Fatah abbia recuperato in così poco tempo: in pochi mesi ha imparato ad esprimersi nella nostra lingua. Fatah ha parlato con il Papa in Italiano!
Said (altro nome di fantasia), arrivato attraverso i Corridoi Umanitari, quando ha saputo che era ospite a pranzo dal Papa ha voluto fare un disegno. Non ha disegnato la guerra, o la sua casa vicino a Hasakè, zona prima controllata da DAESH e ora liberata. Said ha raffigurato due persone nell’acqua. È quello che ha visto attorno a sé nei momenti drammatici del salvataggio in mare sulle coste greche. 12 anni, una storia terribile, ma cosa dire al Papa: la guerra? Le bombe? No. Scolpite nella sua memoria, per sempre, ci sono due persone immerse nell’acqua che rischiano la vita nel mare Mediterraneo.
Mare Mediterraneo che è divenuto un muro. Un muro naturale, un muro d’acqua, imprevedibile, che inghiotte uomini, donne, bambini. È considerata la frontiera più pericolosa del mondo. Solo nel 2016 sono morte più di 5.000 persone: una persona ogni 42 che hanno tentato la traversata ha perso la vita, quest’anno una ogni 52. Questo dato rappresenta il più alto tasso di mortalità mai registrato. Numeri che fanno riflettere soprattutto in considerazione dello sforzo di salvataggio messo in campo da tutta l’Unione Europea e in primis dall’Italia
Per provare ad abbattere questo muro, la Comunità di Sant’Egidio, la Federazione delle chiese Evangeliche e la Tavola Valdese hanno promosso i Corridoi Umanitari.
I Corridoi Umanitari
Per trovare nuovi modelli di intervento e rispondere ai rischi che corrono i migranti, la Comunità di Sant’Egidio e la Federazione delle Chiese evangeliche in Italia il 16/12/2015 hanno firmato un accordo con i Ministeri competenti per aprire Corridoi Umanitari e consentire in due anni (2016-2017) a 1.000 profughi in condizioni di vulnerabilità (donne, bambini, disabili, malati, anziani, etc.), attualmente in Libano, di giungere in Italia con visti rilasciati per motivi umanitari, senza alcun costo per lo Stato: le Associazioni, infatti, si fanno carico interamente dell’organizzazione delle host communities e dei percorsi di accoglienza e integrazione.
Il 27/10/2017 sono giunti gli ultimi profughi dei 1.000 previsti dall’accordo, in anticipo rispetto ai tempi previsti dal protocollo (due anni a partire da marzo 2016). I 1.000 profughi giunti, di cui il 38% è minore di età, sono stati accolti famiglia per famiglia in ottanta diversi comuni, collocati in diciotto regioni.
Il 07/11/2017 è stato firmato un nuovo protocollo per l’estensione dei Corridoi Umanitari e l’arrivo di altri 1.000 profughi dal Libano all’Italia: alla luce di questo nuovo accordo, il progetto della Comunità di S.Egidio, qui presentato, vuole predisporre un piano di accoglienza e integrazione per 90 minori che giungeranno in Italia attraverso i Corridoi Umanitari. I minori profughi che arriveranno attraverso i Corridoi Umanitari saranno sostenuti in attività pre-partenza in Libano, nel loro viaggio in Italia e presi in carico, una volta arrivati, dalla Comunità di S.Egidio ACAP.
NUOVI CORRIDOI: il modello dei Corridoi Umanitari ha mostrato la sua efficacia e si sta allargando ad altri beneficiari e in altri Paesi UE. Uno degli obiettivi del progetto dei Corridoi Umanitari, infatti, era dimostrare l’efficacia del modello e, quindi, proporne l’ampliamento e la replicabilità. Per questo uno dei risultati raggiunti è stata l’apertura di nuovi Corridoi, questa volta dall’Etiopia: il 12/01/2017, infatti, è stato firmato al Viminale il Protocollo di intesa tra Ministero, Comunità di Sant’Egidio e la Conferenza Episcopale Italiana (CEI) per l’apertura di nuovi Corridori Umanitari che permetteranno l’arrivo in Italia, nei prossimi mesi, di 500 profughi eritrei, somali e sud-sudanesi, fuggiti dai loro Paesi per i conflitti in corso: i primi profughi sono giunti a fine novembre 2017.
Un’altra importante novità è stata l’apertura dei Corridoi Umanitari anche in Francia, frutto di un protocollo d'intesa sottoscritto il 14/03/2017 dal governo francese e 5 organizzazioni promotrici: Comunità di Sant’Egidio, Federazione Protestante di Francia, Conferenza Episcopale francese, Entraide Protestante et Secours Catholique. L'accordo prevede entro la fine del 2018 l'arrivo in Francia di 500 profughi dal Libano che saranno accolti in case e strutture messe a disposizione dalle associazioni e dai privati cittadini, per poi essere inseriti in percorsi di integrazione. Finora sono giunti in Francia circa 50 profughi in due diversi arrivi.
A fine novembre 2017 è stato sottoscritto un accordo per l’apertura di Corridoi Umanitari anche in Belgio, tra lo Stato, la Comunità di Sant’Egidio, coordinatrice del progetto, e le Chiese locali per l’ingresso di 150 rifugiati siriani dal Libano e dalla Turchia, di cui i primi sono giunti pochi giorni prima del Natale.
Come dimostrano le sottoscrizioni di questi accordi, la Comunità di S.Egidio ACAP è convinta che il progetto dei Corridoi Umanitari si stia rivelando una best practice di grande impatto a livello europeo.

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